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Fondazione Poliambulanza

Brescia, 30 Marzo 2015

L’incontro di Brescia ha affrontato una delle novità affrontate nella Quinta Edizione del Manuale JCI che rimette a tema la sicurezza del paziente in ambito chirurgico. In particolare la revisione dell’Obiettivo 4 e alcuni standard ASC sfidano le organizzazioni ad un livello successivo.

Il tema della giornata è stato introdotto da Linda Faber (JCI), che ha introdotto alcune linee direttrici per un reale futuro miglioramento nell’erogazione delle prestazioni all’interno delle strutture ospedaliere e, in particolare, ha sottolineato l’assoluto rilievo di ripensare le azioni in una logica di “sistema”. Emerge così un fabbisogno organizzativo di forte coordinamento, al quale rispondere con un nuovo disegno dei processi di cura, controllabili in termini di costi e di efficacia.

La Dott.ssa Monzani (Humanitas) ha sottolineato le criticità che si rilevano quotidianamente nell’operatività chirurgica da affrontare attraverso una visione di “sistema”, essenziale per una performance efficiente e per ridurre i rischi di errore; ancora però solo nelle situazioni emergenziali emerge un reale spirito collaborativo.

Il Dott. Perulli (AOU Trieste) ha discusso l’orientamento a concepire il percorso clinico del paziente come un flusso; all’interno di questa dimensione, si impone, come strumento di raccordo per i vari passaggi, una nuova cartella clinica, unificata e semplificata, adeguatamente informatizzata, che superi la logica del mero adempimento burocratico.

Linda Faber (JCI)  ha chiosato osservando come in materia di sicurezza in chirurgia, non esistono soluzioni univoche: dalla discussione e dall’analisi dei dati occorre far emergere strategie adeguate.

La Dott.ssa Alloni (Campus BioMedico) ha raccontato la propria esperienza di definizione di una nuova checklist, partendo da quella proposta dal Ministero; ha riconosciuto l’esistenza di criticità nell’implementazione, ma, al contempo, ha sostenuto la necessità di proseguire la strada intrapresa, poiché la funzione “provocatoria” della checklist (che impone maggiori livelli di attenzione per il personale coinvolto) e la sua capacità di far emergere eventi avversi (essere quindi una “sentinella” dei pericoli) non possono che confermare l’utilità del metodo.

La conclusione dell’incontro è stata affidata a Linda Faber che insieme agli interventi di molti partecipanti hanno posto l’accento sull’importanza in materia di sicurezza all’interno della sala operatoria, evidenziando come le novità introdotte da Joint Commission International nel nuovo manuale tracciano la strada verso un innalzamento dello standard per il miglioramento della sicurezza per i pazienti.